Molti dei più grandi piloti di Formula 1 hanno iniziato la loro carriera sui go kart. Da Micheal Schumacher a Fernando Alonso, da Kimi Raikkonen a Lewis Hamilton, ma anche piloti d'altri tempi come Ayrton Senna o Alain Prost - o ancora, gli italianissimi Jarno Trulli e Giancarlo Fisichella -: tutti loro sono stati kartisti di livello internazionale. Inoltre, ieri come oggi il karting - cioè la corsa su go-kart - è utilizzato dai grandi fenomeni per mantenersi in allenamento.
Il karting, che prende il nome dal vocabolo inglese "cart" (carretto), è infatti non soltanto un'attività ricreativa, ma una vera e propria specialità dello sport motoristico. Nel karting i piloti si sfidano con i loro rispettivi cart, o meglio, i go-kart, un piccolo veicolo a quattro ruote, la cui carrozzeria è costituita da un telaio tubolare di acciaio, su una pista appositamente costruita. L'obiettivo, come nella Formula 1 e come spesso accade negli sport motoristici, è arrivare in prima posizione dopo una serie di giri di pista.
La storia dei go kart non è molto antica. Nacquero nell'estate del 1956 negli Stati Uniti, dove un tecnico della Kurtis Kraft, casa costruttrice di auto fondata negli anni '30, realizzò un primo modello assemblando del materiale extra dell'azienda con un motore di una falciatrice. Art Ingels (questo il nome del tecnico inventore) non aveva, in realtà, grosse pretese: sua intenzione era costruire un semplice veicolo a motore per il figlio. Le cose andarono però meglio del previsto. La realizzazione fu così brillante e originale che dopo un anno diversi esemplari auto-costruiti si sfidavano in un grande parcheggio di Pasadena. Poco dopo, la Go Kart Manufacturing Company, che a ben vedere si occupava d'altro, inizio a produrre dei modelli perfezionati. Il successo dei modelli della Go Kart Manufacturing Compagny comportò l'associazione spontanea della denominazione aziendale col nome dei nuovi veicoli. Due anni dopo, a Nassau, si svolse la prima competizione internazionale di go-kart.
Il gokart è costituito, come accennavamo, da un telaio tubolare in acciaio senza sospensioni e da un motore di piccola cilindrata, diverso a seconda della tipologia di gara. L'assenza di sospensione determina una particolare conformazione del telaio (si parla di elasticità dello stesso), che dev'essere progettato allo scopo di mantenere aderenza al terreno, evitando che l'assenza delle sospensioni comporti urti deformanti.
I principali tipi di motore sono 5:
Oltre ai diversi tipi di motore, anche il sistema frenante varia in funzione dei kart: vi sono veicoli aventi un solo freno posteriore, e go-kart che possiedono anche un piccolo freno anteriore ad azionamento manuale. A variare, infine, nei go kart, è il peso totale del veicolo. A seconda della funzione dell'uso (amatoriale o professionale) e in base all'età anagrafica del pilota, i kart si differenziano molto. Il peso minimo regolamentare (comprendente il peso del veicolo e del pilota) va dagli 85 kg per la categoria dei piloti dai 6 ai 7 anni, ai 180 kg della categoria over 35. Qualora il pilota non raggiunga il peso richiesto dalla categoria, è costretto ad aggiungere un peso extra, in piombo, al telaio. Ciò, ovviamente, influenza le prestazioni della macchina, ma garantisce la sicurezza e l'incolumità del pilota gareggiante. Curiosità interessante è l'annullamento di questa influenza negativa nei casi di pista bagnata: il peso extra, permettendo agli pneumatici di scaldarsi più velocemente, assicura un vantaggio nella percorrenza delle curve più problematiche.
Pur originato in America, il gokart è una specialità in cui l'Italia eccelle, sia a livello competitivo, sia per quanto riguarda le case costruttrici. Le maggiori case costruttrici del mondo, infatti, sono italiane. Tra le più importanti abbiamo IAME-Parilla, Maranello Engines, TM Racing, Motori Pavese e Minarelli.
Alle case costruttrici nostrane si accompagnano i team, tra i più rinomati del mondo: Birel Art, Tony Kart, Crg, LGK, BRM e Tibikart.